Parto bello ringalluzzito con la Marisa più indietro e i coloured davanti, per trovarmi quasi subito sotto un treno nel vederli molli e sfilacciati a rimpiangere Morten Thorsby.
Quel Gondone di Nicola vuole farci “giocare” sapendo bene che patiamo tremendamente quando perdiamo palla in impostazione mentre siamo bravi ad aggredire schierati, non ieri nei primi 45’ dove eravamo molli come la panissa con i ragazzini in versione “ciapa no”: liscio di Jeff e dormita generale in quattro contro due per uno svantaggio che, dopo un fuorigioco di mezza spalla, suonava come una sentenza.
Sopravvalutavo il Cagliari, sparito dal campo clamorosamente dopo una delle più belle azioni del Genoa di quest’anno nella speranza non si siano stirati ancora entrambi. Con il Messia hanno le statistiche di un lavasecco del centro commerciale, li quotassero antepost sarebbe da farsi una rendita fissa. Fatto sta che DW si mangia un gol clamoroso e Zanoli mette la testa a cuocere non approfittando di una geniale intuizione di Caprile che sarebbe bastato fare un passaggio in porta per tornarsene a Zena belli grassi a Carnevale.
Aspetto la divina commedia di Mashi sulla mancata uscita di Leali dopo il rosario di bestemmie dei compagni e dei cinquantamila luassi a osservare da casa. A proposito: sarò ossessionato, ma non leggere niente in merito al doppio venerdì consecutivo con tanto di divieto del prefetto a impedire la trasferta di duecento disperati disposti a sfidare un calendario assassino (del calcio dal vivo), mi intristisce alquanto. Dopo aver sorteggiato il derby col morto in Coppa Italia, ecco piovere divieti allucinanti in partite già bombardate da orari insulsi, sperando non ripetano uguale trattamento per Verona: latrine!