Zatopek E Osvaldo della Bovisa oltre ad allenare in un calcio dai livelli tecnici superiori in generale

Eh… dici poco! Il Genoa di oggi dove arriverebbe nella Serie A dello Scudetto di quelli là? Si salverebbe con tranquillità? Io mi tengo i miei dubbi…

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    Ianna Il Risultatismo deve trionfare a tutti i costi anche quando giocano Real e City ,anche se giocasse l'Ama Zulù contro il Johannesburg.

    Questa cosa che nel calcio il risultato è diventato un inutile orpello continuo a non capirla a non accettarla mai nella vita.
    A calcio si vince, si perde e si pareggia.
    Nelle sfide andata e ritorno c'è uno che a valle di questi risultati vince e uno che perde.

    Secondo me chi vince ha sempre merito.

    Io penso che ieri sera il Real non sia riuscito a fare meglio che difendersi in modo organizzato e se ci fosse stata una squadra a pari blasone(il Bayern, il Barcellona e il Liverpool per restare fuori confine) avrebbe perso.
    Perché in un quarto di finale di Champions League la storia, che il Real ha scritto(e sta scrivendo) e il City non ancora, conta.
    Quando Valverde ha colpito Orsato con una pallonata: Nacho era tranquillo e gli ha chiesto come stava, nonostante la palla fosse al limite della sua area, Haaland era preoccupato di sapere chi avrebbe avuto la palla.
    E' una questione di attitudine: come ha detto Ancelotti in conferenza, "Il Real Madrid ha sempre giocato bene in questa competizione " tradotto questa è casa nostra anche se siamo in trasferta.
    Ma se esci dalla partita secca con la musichetta della Champions tra City e Real finisce a tennis: con gli 11 di ieri sera, IMHO. Di tutto il Real si giocano una maglia da titolare senza averla nemmeno certa Bellingham e DeBruyne, qualcuno degli altri non lo portano manco in panchina.

      Ianna Pensavo, da qui il motivo del post estemporaneo di ieri sera, che Voi al cospetto di una partita neutrale, in cui il tifo e l'essere di parte non pregiudica i giudizi, i commenti e i risultati, vi potesse indurre ad almeno una riflessione, che so, estetica,

      Ottimo spunto.
      Nelle discussioni su Gilardino e il suo Genoa ci incartiamo sempre su bel gioco si - bel gioco no, risultato si - risultato no.
      Partiamo da qualcosa che non ci annebbia la mente dalla nostra passione ma dovrebbe poter essere analizzata in maniera più asettica.
      Credo che la maggior parte degli spettatori di una partita, che non sia direttamente tifoso di una delle due squadre, guarda un match per gol, occasioni, gesti tecnici. Che poi il gesto tecnico non è solo lo stop e dribbling in un nanosecondo di Albert su rilancio di Martinez con la Fiorentina, ma anche la chiusura su contropiede di Vasquez sempre contro i viola. Ma il primo lo apprezzano tutti, il secondo lo apprezziamo in pochi. Quindi se si parla di grande pubblico, viva Sarri, Guardiola, Klopp, De Zerbi, Crujff, Van Gaal, Zeman, Sacchi e compagnia bella.

      Ma, c'è un ma.
      Bisogna fare due enormi distinzioni.

      La prima è tra il pubblico e i tifosi. Che sono due gruppi completamente diversi. Il pubblico guarda la partita e vuole vedere qualcosa che gli piace. Il tifoso vuole vincere. E qui la mia affermazione è valida in linea generale. I tifosi che preferirebbero perdere ma avendo una squadra che esprime un calcio molto offensivo che crea tante occasioni sono mosche bianche. In generale il tifoso ha come priorità numero uno quella di vincere. Poi se lo fa col bel gioco lo preferisce, ma se deve scegliere tra la prima e la seconda, sceglie la vittoria.
      E qui per comprendere le strategie di una società bisogna capire cosa vogliono "conquistare". Vogliono conquistare e consolidare i tifosi, la propria base fan? Oppure vogliono espandersi? Vogliono allargare quella base?
      Prendiamo l'esempio della Juve di qualche anno fa. Dopo l'ennesima sconfitta in finale hanno deciso di voler allargare la base fan, per aumentare il fatturato. E lo hanno fatto in due modi: il primo acquistando Ronaldo, che gli ha portato followers per i social e contratti più ricchi. Il secondo lasciando Allegri (capo dei pane-salamisti) e prendendo l'allenatore che esprimeva il miglior gioco in Italia, abbinandolo anche a discreti risultati (Sarri). Poi il Covid e la seconda distinzione gli hanno rotto le uova nel paniere.

      E qui veniamo alla seconda distinzione. Cioè all'esigenza storica della piazza e del paese in cui quella piazza si trova. Alla Juve conta vincere. Lo hanno scritto nella loro sede. Non avere tante occasioni, ma vincere. Lo stesso Sacchi, se non ci fosse stato Berlusconi che aveva una ambizione spropositata, sarebbe stato esonerato ad inizio campionato, dopo una partenza zoppicante, perchè in Italia prima di tutto il risultato. Quindi in quasi tutte le piazze italiane è molto difficile proporre qualcosa di molto offensivo, che porta occasioni e gol. Te lo puoi permettere all'Atalanta, al Sassuolo, dove riesci a proteggere l'allenatore dai rumors della piazza. Forse ad alti livelli puoi farlo al Napoli, dove De Laurentis è un uomo di spettacolo e magari riesce a difendere la propria scelta. Forse potrebbe farlo Lotito, che ha dimostrato in passato di sapersene sbattere delle lamentele dei tifosi e degli articoli di giornali e opinionisti. #pioliout, #allegriout e #inzaghiout fioccano come caramelle ai primi inciampi. Non per niente De Zerbi è andato ad allenare in Inghilterra dove hanno un altra cultura calcistica rispetto alla nostra. Dove puoi permetterti di subire gol in contropiede anche se stai vincendo. In Spagna sono presenti le due culture, quella legata al risultato dei blancos e quella legata al bel gioco dei catalani, impostata dal genio di Crujff e portata avanti da Van Gaal, Guardiola, ecc ecc.I blancos sono soliti imbottire le loro squadre di supercampioni, e un uomo come Ancelotti, che cura alla grande i rapporti coi campioni, è in grado di metterli a proprio agio, e quindi dedica attenzione alla fase difensiva e lascia libertà in quella offensiva.

      Tornando a noi, che è ciò che ci interessa.
      Cosa dovrebbe fare il Genoa? Deve espandere la propria fan base o cercare spettatori anche fuori Genova e l'Italia?
      Per me la seconda cosa è molto prematura. Troppo.
      Io credo che il Genoa debba consolidare in città lo zoccolo di tifosi andando a guadagnare i non interessati e i delegazionisti tiepidi e junior. E questo lo fai con i risultati e con il marketing aggressivo (Bresh, eventi, spettacoli, ecc). Dobbiamo riguadagnare spazio in città. Poi tra qualche anno potremo pensare di fare lo step successivo.
      Ma prima portiamo a casa qualcosa. E Gilardino per me va più che bene per questo se sarà in grado (come credo) di superare lo shock del dopo Albert.

        Bortolazzi il tifoso ha come priorità numero uno quella di vincere. Poi se lo fa col bel gioco lo preferisce, ma se deve scegliere tra la prima e la seconda, sceglie la vittoria.

        Parole sante, straquoto

        • AleR ha messo mi piace.

        mashiro quoto.

        Io ho sempre pensato che chi vince nel calcio abbia sempre ragione e che sia semplicemente stato più bravo del proprio avversario. Al netto di errori arbitrali e sfortune varie che possono capitare ma che sui grandi numeri non fanno poi la differenza (e voi mi direte, ma la Juventus…).

        Credo che giocare bene a calcio sia prima di tutto essere efficaci: se faccio un tiro in porta in 90 minuti e segno mentre tu ne fai 30 ma non la butti dentro, sono stato io bravo. Se faccio 1000 passaggi ma sbaglio quello finale mentre tu ne fai quattro tutti perfetti e vai in porta, sei stato tu più bravo.

        Io ho visto gli highlights di Liverpool-Atalanta: ebbene, sono la conferma di quanto sto dicendo. Si okay, la sfortuna del Liverpool che prende il palo, la traversa, ma sempre errore è. È stato più bravo Scamacca che ha segnato due goal o Elliott che con un bellissimo tiro ha colpito il palo? Io rispondo Scamacca.

        E mi fa proprio strano parlare così, dato che io in carriera sono sempre stato quello “bello da vedere, che fa le giocate di classe, ma poco incisivo sottoporta” 😂

        • AleR ha risposto a questo messaggio
        • Genoasi ha messo mi piace.

          FerrettiLindo1893
          Lindo un mal di testa atroce stamattina mi ha fatto scrivere in maniera errata.
          A scanso di equivoci volevo dire che leggo i tuoi post a prescindere dal Nick e dai contenuti sempre interessanti.
          Mi scuso sommessamente con te se hai interpretato male il mio pessimo post scritto con le pezze n'fronte letteralmente.
          Poi appena mi passa ti rispondo seriamente sulla Pertitudo e su quella squadretta tra le prime 10 in Europa.
          E ci divertiamo ☺️
          PS: Mario ti rispondo appena fa effetto lo spiridol.
          Ianna

          • AleR ha messo mi piace.

          mashiro
          Che il risultato sia un inutile orpello non lo pensa nessuno, mi sembra la classica fallacia dello spaventapasseri. Io semplicemente rifiuto di pensare che il risultato sia l'unico parametro credibile. Altrimenti guarderemmo solo i tabellini.

          Porto un altro esempio: i mondiali del 1994.
          Sacchi diede il peggio di sé, prima in fase di convocazioni, lasciando a casa gente fortissima perché non sapeva gestirne la personalità, portandosi in compenso in America uno stuolo di mediocri fedelissimi (Massaro, Evani, Minotti, Mussi e un senile Tassotti).

          Il morbido girone fu superato per divina grazia di ripescaggio, giocando a tutto meno che a calcio.
          Poi agli ottavi ci pensò Baggio, ai quarti ci pensò Baggio, e in semifinale ci pensò Baggio, prima di rompersi.

          Nelle scelte di campo, Sacchi si incaponì sui suoi integralismi tattici e sullo zoccolo duro berlusconiano: Baresi in campo senza gambe, Baggio trattato come un fastidio, Zola dimenticato in un angolo anche nella finale (benché fosse pronto a spaccare il mondo, vista l'ingiustizia che aveva subìto con l'espulsione), Signori a fare il ruolo di Laxalt, Massaro titolare a mangiarsi l'impossibile, e altre amenità.

          Se i rigori contro il Brasile fossero andati diversamente, oggi parleremmo di Sacchi come del Genio di Los Angeles? Forse la maggioranza sì, ma personalmente il mio ricordo resterebbe quello di un C.T. che, per presunzione e ottusità, ha sbagliato praticamente tutto.

            NostrAcarus L'ultimo Genoa che ricordo con piacere e che mi ha appassionato è stato quello del primo Juric.

            Concordo, ma limitatamente alle prime 13 partite, da Genoa-palermo in poi fu un pianto come gioco e come risultati.

            Bortolazzi
            Ti sei dimenticato di una terza categoria, i tifosi che, sapendo che non è possibile scendere al compromesso pane salame - vincere, perché con Gilardino non si vincerà un belino (fa anche rima)😜, ma si sopravvive, vorrebbero invece vedere qualcosa di più piacevole in campo, così, almeno per gioire e godersi la singola partita.

            Almeno ché, vincere, non significhi il traguardo dei 40 punti, nel caso alzo le mani 😏

              NostrAcarus
              Vincere vuol dire conseguire il miglior risultato possibile a seconda del materiale umano che hai a disposizione. Perchè se c'è qualcuno che pensa che con un andata dove hai dovuto schierare Puscas o Ekuban titolari potevi ambire a giocartela per andare in Europa, allora alzo le mani.

              Per cui, l'anno scorso era essere promossi direttamente, quest'anno era fare un campionato tra i 40 e i 50 punti con salvezza tranquilla. Il prossimo potrebbe essere quello di fare un campionato tra i 45 e i 55 punti. E quello dopo puntare all'Europa. Per ora Gilardino ha dimostrato di saper centrare gli obiettivi che gli sono stati posti. Per i prossimi vedremo se sarà ancora con noi, se gli daranno una rosa di valore crescente e se sarà in grado di raggiungerli. Io sono pronto a scommettere che lo saprà fare.

                Bortolazzi
                Non sono così convinto che senza due suoi uomini chiavi (Albert e Badelj) saprà fare di meglio, poi certo , che se l'alternativa si chiama Grosso, allora Gilardino tutta la vita.

                Bortolazzi
                Io credo che la rosa del Genoa sia buona. E che i punti che abbiamo siano anche pochi rispetto alle partite giocate confrontate con possibilità di tenere risultati o vincere. Per cui, nonostante siamo una neopromossa, avremmo potuto stare nel gruppo Monza e Co.
                Sono sempre d'accordo con le opinioni di Pasquale (salvo valutare i distinguo di Greif e Namaskar, miei lumi tutelari) e stavolta vedendo il sostegno di Acalo alla teoria condita di Pasquale convinto ancor più soprattutto perché Pasquale giustamente idealizza la passione per una squadra andando a cercare il top.
                E ripeto risultatisti o giochisti poco importa.
                Disposto però a sperare nella riconferma di Gilardino ma desiderando un gioco talvolta più brillante.

                  MAU69 Io credo che la rosa del Genoa sia buona. E che i punti che abbiamo siano anche pochi rispetto alle partite giocate confrontate con possibilità di tenere risultati o vincere.

                  Io anche credo che la rosa sia buona, ma è innegabile che giocare mezzo campionato senza attaccanti di livello accettabile (salvo Gud che però non è una punta), con gli esterni che abbiamo e senza un cambio di Badelj, renda difficile fare più di quello che si è fatto.
                  Io non amo quello che ho visto finora a livello di gioco, salvo qualche eccezione, ma confesso che sarei curioso di vedere Gilardino con la squadra completa fin dàll’inizio.

                  • MAU69 ha risposto a questo messaggio
                  • MAU69 ha messo mi piace.

                    MAU69 Ci siamo nel gruppo di Monza e C. e io personalmente queste grandi partite di Monza e Torino non ricordo di averne viste, noi siamo legatissimi ad Albert e loro lo sono a Colpani, non vedo grandi differenze se non che siamo una neopromossa

                      Bortolazzi Cosa dovrebbe fare il Genoa? Deve espandere la propria fan base o cercare spettatori anche fuori Genova e l'Italia?
                      Per me la seconda cosa è molto prematura. Troppo.
                      Io credo che il Genoa debba consolidare in città lo zoccolo di tifosi andando a guadagnare i non interessati e i delegazionisti tiepidi e junior

                      Caro Mario, faccio la solita eccezione per te e poi me torno in letargo.
                      Mi sembra ,con un topic in cui non si parlava per una volta del Genoa avviato da mesi in acque tranquille e in alto mare, di aver esposto una realtà e un aspetto che riguardasse non gli esteti del calcio, non gli avidi del risultato, ma i semplici pantofolai e divanisti come me, al cospetto di una grande partita quale è stata ieri sera tra Pep e Carletto, a prescindere dal risultato.
                      E ho semplicemente messo in risalto che scevri di un interesse di parte, forse si sarebbe privilegiato non il tiki taka ,ma nemmeno il catenaccio ad oltranza, con ripartenze sporadiche affidate a giocatori che in fondo indossano la casacca gloriosa quanto nera del Real.

                      Sono certo che se per caso il City avesse vinto ai rigori la logica del risultatismo sarebbe scomparsa e ribaltata in nome del "alla fine il City lo ha meritato".
                      Ed invece niente:
                      Più forte il richiamo del non gioco a procedere, del non gioco a prescindere in nome del Risultatismo, tra non poco l 'undicesimo comandamento .
                      Non capisco, mi adeguo e lo rispetto.
                      W l'Italia, W Carletto e w la Patria, comunque e ovunque.

                      E vengo al tuo orticello:
                      Vorresti se ho capito bene spostare gli obiettivi di una società calcistica, atta a conseguire risultati sportivi a quelli puramente economici, di business e di marketing?
                      Fammi capire che forse il mal di testa mi fa intendere male:
                      Secondo il tuo ragionamento il Genoa targato 777, non persevera e insegue il conseguimento di risultati sul campo, ma fuori con l'assimilazione e la acquisizione di nuovi genoani, semmai togliendoli al Doria e affrettarsi di andare all'Ufficio Nascite e mettere su il cartellino "Nato genoano", appena nasce un bebè?

                      Perchè se è cosi, e questa sarebbe una ennesima devianza e deviazione Made in Usa, possiamo pure chiudere la baracca e concentrarci sull'aspetto economico, sul bisiniss alla Totò, sulla conformazione geologica del territorio e sulla demografia dell'entroterra genovese.

                      Che poi se non ricordo male, dovrebbe già essere appannaggio dei colori rossoblù, in quanto gli apolidi dovrebbero di per sè già rappresentare ,una strenua minoranza, tolti i tempi di Garrone e Mantovani dove ebbero grande aderenza sul territorio come le gomme da pioggia alla Ferrari.

                      Il mio e chiudo parallelo tra Gila e Carletto, nulla è se non la conferma che il clichè quello è e quello resta ,anzi semmai ce ne fosse bisogno è la consacrazione di ave scelto e intrapreso la strada giusta perche il Mister da Campetto, ha raggiunto gli obiettivi e stanne certo che non si discosterà da una posizione di centroclassifica, senza stress e senza patemi ,come è nel suo stile e come gli è stato richiesto.

                      Quando e se avrà altri giocatori per poter impostare altro gioco e anche tre passaggi di fila come ho sperato nel secondo tempo a Firenze(dove ancora una volta il Risultatismo la ha fatta da padrone), lo vedremo a Giugno
                      Senza Albert e con l'ennesima Campagna Prestiti targata Ottolini.
                      Intanto aspetto il rinnovo a 1.500.000 netti all'anno per uno che tre passaggi di fila li avrà fatti vedere al massimo 5 volte.
                      Ci rileggiamo lunedi quando firma.
                      Intanto mi raccomando stasera:
                      "Fanculo gli Inglesi", specie se c'è il Gasp e anche Carletto.
                      Ciao
                      Ianna

                        Massi
                        Vero, ma la rosa al completo non l'ha nessuno e quelli scassati li abbiamo presi noi compreso Retegui che ha giocato ininterrottamente.

                        Luka
                        Siamo sempre stati un pó di punti sotto..

                        • AleR ha risposto a questo messaggio

                          Ho sentito le dichiarazioni di Ancelotti (che, per quanto sono patriottico io, sarebbe potuto essere Domenech e non me ne sarei accorto): “In casa del City ti salvi solo giocando con accortezza, concentrazione e capacità di capitalizzare quel pochissimo che ti concedono”. A me, onestamente, non sembrano parole eretiche nemmeno se sei alla guida del Real Madrid di Bellingham, Vinicius e compagnia. Tutti davano il City favorito. Tutti, in Inghilterra, danno il City favorito per il Double (Scudetto e FA Cup). Molti in Inghilterra davano altamente probabile il Treble con il back to back in Champions.
                          Onestamente, questo Real (con l’ottuagenario Nacho) se gioca a viso aperto in casa del City esce sconfitto 6-2. Ancelotti, ma credo avrebbe fatto la stessa cosa anche un Tuchel o un Xabi Alonso, ha preferito non mostrare la giugulare ma tentare di parare le zampate dei leoni del City.
                          I rigori e la fortuna lo hanno premiato. Non ci vedo poi nulla di così assurdo né vergognoso in tutto ciò, al netto soprattutto che mi stanno profondamente sulle balle entrambe le società (da simpatizzante Forest e Bilbao).
                          E, ripeto, sono arciconvinto che non il solo Ancelotti avrebbe affrontato la partita allo stesso identico modo. A prescindere dal luogo natio.

                            Luka io personalmente queste grandi partite di Monza e Torino non ricordo di averne viste

                            Il Monza ha il portiere che ha fatto più parate di tutta la Serie A (oltre al fatto che le avversarie hanno colpito parecchi pali). Trovi l’annata no di Di Gregorio o, semplicemente, giochi senza Di Gregorio e ad Empoli ne beccano 3 da Didi Nicola.
                            Togliamo il portiere titolare (e rivelazione, tanto che lo vogliono tutte e tre le strisciate) alla squadra che ha ricevuto più tiri nello specchio della porta di tutta la Serie A e vediamo se fanno un campionato tranquillissimo come quello di quest’anno…
                            Diverso il discorso per il Toro che punta sulla fisicità, sulla riaggressione sulle seconde palle, sui rinvii lunghi di Milinkovic-Savic. Squadra che, come il Genoa, non piace agli esteti ma fa giocare quasi sempre male anche gli avversari (e, per me, è una dote tattica anche questa).

                            Parliamo di donne.
                            Non sembra, ma diventa un tema pertinente se ci mettiamo a disquisire della bellezza o della bruttezza del calcio.
                            In una donna la bellezza fine a se stessa non regge il confronto. Ve lo dice uno che ha fatto parecchi casting in vita sua. Non regge perché il concetto di bellezza è universale e nessuno mette in dubbio che miss Italia sia più bella della figlia di Fantozzi, ma ad un certo livello, quando si deve scegliere il top, entra in gioco la soggettività e non vale più il criterio generale. Allora, quello che colpisce la sensibilità individuale può essere un'imperfezione, o in altro caso la sensualità, o in altro caso la mitezza, in altro l'aggressività, in un milione di casi una combinazione di misteriose onde magnetiche per cui non ci sarà mai unanimità. Poco male. La maggior parte di noi non si confronta col top e si sa accontentare.
                            Ma nel calcio è uguale. Il criterio della bellezza è un elastico che si allunga da una parte e dall'altra a seconda del proprio modo di vedere, dei propri pregiudizi e del cinema che ognuno si fa mistificando anche parecchio. Una cosa è certa. Chi è convinto di giocar bene e perde riceve i complimenti dei vincenti, e passa alla storia come colui "che gioca bene". Ma il "giocar bene" non è un dato certo, anzi è quasi sempre frutto della mistificazione. Nell'esempio di Ianna avrebbe giocato bene chi ha tenuto palla per 80 minuti segnando un gol su un rimpallo in area e avrebbe giocato male chi ha tenuto palla per 10 minuti segnando un gol dopo che Rodrykuban ha sbagliato a porta vuota e si è ritrovato casualmente la respinta del portiere tra i piedi. Oggettivamente, due gol di merda. Al di fuori dei pregiudizi quale sarebbe il verdetto empirico? Che una squadra ha avuto bisogno di 80 minuti per segnare e l'altra ce l'ha fatta in 10. Elementare Watson. Non vedo altro modo di fotografare la situazione, a meno che nel regolamento del calcio non sia scritto che se fai 250 passaggi menando il torrone è bello e se invece scatti in profondità e infili la difesa è brutto. Siamo sempre lì: a uno lo eccitano le tette grosse, un altro sbava per i fisici skin delle ballerine classiche con tette piccole e capezzoli ben evidenziati.
                            Ancelotti ha pareggiato 3-3 giocando alla spagnola e ha pareggiato 1-1 giocando all'italiana. Non credo nemmeno che fosse preordinato, dato che nessuno poteva sapere che il Real avrebbe segnato dopo 12 minuti. È successo, e memori dei gol da polli segnati e subiti nella partita precedente, i giocatori hanno difeso il vantaggio. Credo che lo avrebbero fatto il 90% delle squadre di calcio, incluse quelle di Guardiola, che il catenaccio lo fa gestendo palla. A qualcuno piace, ad altri fa cagare. Perô Guardiola è stato (forse lo è ancora, ma la mia idea è che ormai sia incartato su se stesso) un grande tattico pragmatico e risultatista. Ha capito che il Barcellona subiva da troppi anni lo sconquasso dell'arroganza dei tecnici olandesi (e loro allievi spagnoli), il cui fondamento era "ce l'ho solo io", in puro stile top model. Gente che dalla qualità estraeva poco succo, troppo poco, e che il Barcellona vinceva molto meno rispetto allo strapotere tecnico. E ha trovato una sintesi perfetta per esaltare il lavoro della cantera, che educava al palleggio e all'estro, dando un senso vincente a quelle qualità, in sostanza "facendole rendere" in termini di risultati. Senza rinunciare. d'altro lato, ai Puyol e ai Busquet. Ha creato un marchio e ha venduto quel marchio in tutto il mondo, perché è stato un marchio vincente.
                            Ancelotti non riesco a vedere che dia una particolare impronta alle sue squadre, salvo usare il buon senso. Va benissimo al Real, che ha un'arroganza diversa da quella del Barcellona olandese: comprare tutto il comprabile, incluso gli arbitri e la pubblica opinione, e lasciar fare a chi va in campo. Concetti con i quali tattici più o meno raffinati, tipo Mourinho o Capello, lì durano poco anche se vincono.
                            Per anni abbiamo vissuto la favola del mitico calcio inglese, basato sull'ignoranza tattica e di fatto buggerato non appena metteva il naso all'estero. Intendiamoci, avevano ragione. Ma quando hanno inventato le regole del calcio, rifacendosi al rugby, cioè possesso palla per arrivare in meta (gol), quindi 2 difensori a guardare, 6 uomini di movimento per portare su l'azione e due che si lanciavano dentro, hanno sbagliato a non prevenire l'opposizione degli avversari nella riconquista della palla, il contrasto duro, il fallo sistematico, il fuorigioco e un sacco di altre eventualità. Quando gli svizzeri e i viennesi hanno cominciato a capire che la tattica poteva limitare la potenza, subito imitati dai tedeschi, il loro calcio non era più competitivo. Ancor peggio quando, attraverso gli uruguagi, gli italiani hanno ancor più affinato ed esasperato tattica e strategia, sul finire degli anni 60, e hanno poi sviluppato i concetti basilari negli anni 80 e 90.
                            Ci sono volute regole nuove per tentare di riportare il calcio all'ingenuità originaria. Ma essendo impossibile, si è arrivati a un simulacro di calcio-spettacolo dove si segna di più perché non si possono toccare gli attaccanti in area, volano cartellini di tutti i colori, i giocatori tecnici cadono a terra morti appena li sfiori e ora il VAR fa piovere rigori a catinelle come se tutte le squadre fossero il Real Madrid (che comunque ne riceve sempre qualcuno in più). Diversa la storia in Sudamerica, dove del Brasile si ricordano solo le fighettate dei colpi di tacco, senza andare invece a capire che, a differenza dell'Inghilterra, i carioca avevano una coscienza tattica molto sviluppata, da cui ha attinto in parte l'Olanda degli anni d'oro. Il Brasile giocava a zona, approfittando di un calcio dove il contrasto era limitato all'area di rigore, dove il presidio degli spazi era inesistente e appoggiava il suo gioco sulla proiezione dei terzini, sull'uso dell'ala tattica, sul regista che innescava le proiezioni dei centrocampisti-attaccanti. Questo già nel 58. E questo dopo che l'Uruguay aveva dimostrato come il calcio "bailado", senza coscienza tattica, poteva essere schiantato,
                            Alla fine della fiera, non si può ridurre la "bellezza del calcio" a chi tiene di più la palla o annaspa per 80 minuti alla ricerca di un gol che non arriva. Quel concetto di "bellezza" è un calcio da seghe dove non si tromba mai. Sbaglia chi cita Zeman in quel contesto. Il calcio di Zeman è un calcio basato sulla profondità, sul palleggio che favorisce l'aggressione fulminea degli spazi, sull'antico modello uruguagio, poi ungherese e in parte viennese, di cui il primo calcio tattico italiano (Rocco, copiato da Herrera) è una geniale semplificazione, per evitare l'inferiorità fisica di quei tempi, mentre il calcio di Zeman richiede un dispendio esagerato. Scoglio era verticale, Bagnoli, in modo diverso, era verticale, per restare a noi. Il calcio bello per me è profondo e verticale, ma è anche vero che per me le top model bellissime e che se la tirano sono meno interessanti della massaia sensuale del piano di sopra. A ognuno il suo, ma non spacciamo concetti universali. A me la Premier fa cagare, perché vedo un'approssimazione tattica enorme in funzione dello spettacolo. Gol che entusiasmano il pubblico alticcio e fanno vendere le magliette, a fronte di disposizioni tattiche difensive da oratorio, mi fanno solo rabbia e tristezza. Ma molti si divertono e quindi dovrebbero godere vedendo il gol preso dal Genoa a Firenze: che spettacolo! E che spettacolo il gol di Radonjc a Torino!
                            Dico di più. In molte partite giocate dal Genoa in casa (molte con Juric), ma anche alcune di quest'anno con Gilardino, contro squadre modeste (Salernitana, Empoli, eccetera) il Genoa ha attaccato di più e tenuto palla più degli avversari. Basta per dire che ha giocato meglio, anche se ha pareggiato o perso?
                            In certe opinioni vedo molto qualunquismo. La differenza non è il possesso o il palleggio o la difesa, ma lo sbocco di quella disposizione tattica, finalizzata al ribaltamento di fronte, alla ricerca della profondità e del gol. Poi è vero che molte partite dovrebbero durare solo 10 minuti, quei famosi 10 minuti finali in cui la squadra che perde si riversa in avanti sputando l'anima alla ricerca del pareggio. Eliminiamo le retrocessioni e giochiamo partite dove non c'è niente da perdere. Grande intrattenimento, ma non è più calcio.